La buona figliuola maritata, Venezia, Zatta, 1789

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera con tavolino e sedie.
 
 MARIANNA sola
 
 Marianna
 Chi mai l’avesse detto
 che avesse il mio diletto
525a cambiare per me l’amore in sdegno
 e tal m’usasse trattamento indegno?
 Tutt’opera è cotesta,
 lo conosco, lo so, de’ miei nemici.
 M’insulta e mi tradisce
530l’invidia della gente
 e il mio sposo m’adora ed è innocente.
 Ma no, s’egli m’amasse,
 crederebbe più a me che a chi m’accusa.
 No, il crudel non ha scusa;
535è un perfido ancor esso, è un menzognero.
 Ah perfido il mio ben? No, non è vero.
 
 SCENA II
 
 SANDRINA recando gli abiti che soleva portare MARIANNA, quando passava per giardiniera, e la suddetta
 
 Sandrina
 Umilissima serva, a lei m’inchino. (Con caricatura)
 Marianna
 Non tante affettazioni,
 non tante riverenze;
540a me piace il buon cor, non le apparenze.
 Sandrina
 Faccio l’obbligo mio. (Come sopra) Fo il mio dovere. (Come sopra)
 Marianna
 E donna, donna ingrata,
 vi conosco, lo so, sono burlata.
 Sandrina
 Oh, signora, che dice?
545Venero la padrona (Inchinandosi come sopra)
 e son qui per servirla.
 Pronta son, se comanda, ad ubbidirla. (Come sopra)
 Marianna
 Via, sincero parlate;
 che volete da me? Che mi recate?
 Sandrina
550Il mio signor padrone,
 il suo signor consorte
 ci ha detto e comandato
 che alla nostra padrona innanzi sera
 questi abiti portiam da giardiniera.
555E ha detto ed ha ordinato
 che da noi sia spogliata e sia servita;
 e come un dì solea, sia rivestita.
 Marianna
 A me cotal ingiuria?
 A me un simile affronto?
 Paoluccia
560Del voler del patron non rendo conto.
 Siccome la stagione
 principia a riscaldarsi,
 con l’abito legger può rinfrescarsi;
 e parerà più bella
565col guarnello e il cappel da ortolanella.
 Marianna
 Basta così; ho capito;
 il barbaro marito
 mi vuol mortificata.
 Soddisfarlo saprò. Nelle mie stanze
570quegli abiti portate.
 Sandrina
 Si vuol spogliar? Vuol ch’io la serva?
 Marianna
                                                                    Andate.
 Sandrina
 Subito l’ubbidisco.
 Serva signora mia,
 riverente m’inchino e vado via.
 
575   Questo mondo è pien di scale,
 già lo sa la sua virtù;
 v’è chi scende, v’è chi sale,
 chi va suso e chi va giù.
 
    Ma tutti dicono,
580padrona amabile,
 che chi si rampica
 con passo celere,
 fino alle nuvole
 volendo andar,
585a capitombolo
 giù si precipita,
 si fa deridere,
 si fa burlar. (Parte con gli abiti)
 
 SCENA III
 
 MARIANNA e il CAVALIERE
 
 Marianna
 Capisco che m’insulta;
590ma a che pro l’irritarmi?
 Merito sol può farmi la costanza.
 Fin che vita riman, vi è ancor speranza.
 Cavaliere
 Signora, in vostro aiuto
 disponete di me. Son cavaliere
595né soffrirò che l’innocenza vostra
 tradisca, insulti il vostro sposo ardito.
 Marianna
 Non parlate così di mio marito.
 Cavaliere
 Del vostro amor quel disumano è indegno.
 Marianna
 Io l’amo ancor col più verace impegno.
 Cavaliere
600Ei vi manca di fé.
 Marianna
                                   Fedele io sono.
 Cavaliere
 Vi dispreggia, vi offende.
 Marianna
                                                 Io gliel perdono.
 Cavaliere
 Non lo merta.
 Marianna
                            Non tocca
 il giudicarne a voi.
 Cavaliere
                                     M’offese a torto.
 Lo sfidai, non lo vidi.
 Marianna
                                         Il ciel non voglia
605ch’ei si esponga al cimento.
 Cavaliere
                                                    Il di lui sangue
 mi ha da pagar l’offesa.
 Marianna
 Gli farò col mio sen scudo e difesa.
 Cavaliere
 Tanto amor per chi v’odia?
 Marianna
                                                    Il ciel mel diede;
 vuo’ di vita mancar pria che di fede.
 
 SCENA IV
 
 La MARCHESA e detti
 
 Marchesa
610Ma voi, signor consorte,
 desister non volete?
 Cavaliere
 Olà! Con chi l’avete? (Alla marchesa)
 Marchesa
 L’ho con voi, l’ho con questa
 ardita sfacciatella,
615per cui volete ancora
 mostrar tanta passione a mio dispetto.
 Marianna
 Deh vi prego, signora,
 di usarmi carità, se non rispetto.
 Marchesa
 Non la meriti, audace.
 Cavaliere
                                           Eh, in lei specchiatevi
620e la virtù apprendete
 che sì mal conoscete.
 Marchesa
                                         Io non mi curo
 d’apprender la virtù d’un’alma indegna
 che ad involar gli altrui mariti insegna.
 Cavaliere
 Mentite.
 Marchesa
                   A una mia pari
625l’ingiuriosa mentita?
 Marianna
 Deh non tanto livor...
 Marchesa
                                         Chetati ardita.
 Marianna
 Non so che dire. Il cielo
 moderi il vostro affanno
 e vi faccia capir, come conviene,
630che chi altrui fa del mal non può aver bene. (Parte)
 
 SCENA V
 
 La MARCHESA e il CAVALIERE
 
 Cavaliere
 Pentomi di quel nodo
 che a voi mi ha legato.
 Marchesa
                                           Ed io mi pento
 dell’ingrata catena.
 Cavaliere
                                      E ben, fra noi
 l’odio trionfi e si divida il letto.
 Marchesa
635Sì, traditor, la libertade accetto.
 Cavaliere
 No, traditor non sono
 ma il ciel, per vendicare
 un’innocente dal livore oppressa,
 vuol che abbiate a provar la pena istessa.
 Marchesa
640L’onte d’una rival soffrir non voglio.
 Cavaliere
 Né soffrire degg’io sì folle orgoglio.
 
    Sì rovinosi e fieri
 a sterminar gli armenti
 non corrono i torrenti
645dalle pendici al mar;
 
    come i costumi alteri
 delle superbe audaci,
 son del dover capaci
 gli argini a superar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 La MARCHESA, poi SANDRINA
 
 Marchesa
650Ah sì, purtroppo il veggo,
 per gelosia soverchiamente irata,
 sono dal mio livor precipitata.
 Sandrina
 Una nuova, signora; or mi fu detto
 che il padre di Marianna, o sia Cecchina,
655a questo marchesato si avvicina.
 Marchesa
 Non vorrei che recasse
 nuovi spaventi al cor di mio germano
 e scacciata colei sperassi invano.
 Sandrina
 Certo, per voi sarebbe
660un danno, una vergogna.
 Dunque pensar bisogna,
 pria che giunga il tedesco
 e che nascan dell’altre novità,
 far che vada costei lontan di qua.
 Marchesa
665Ah le macchine i’ vedo
 cader sopra di me! M’odia il germano,
 m’abborrisce il consorte, ognun mi chiama
 barbara, disumana
 e la rovina mia non è lontana.
 Sandrina
670Una donna di spirito
 non si deve avvilir sì facilmente.
 Fate che immantinente
 vada lungi di qua la prosontuosa.
 Il tempo poi aggiusterà ogni cosa.
 Marchesa
675Quel che mi dà più pena
 è l’ira dello sposo. Ei mi ha perduto
 e l’amore e la stima
 e il core e il letto separar m’intima.
 Sandrina
 Eh, di ciò non temete.
680Gli uomini, lo sapete,
 mostrano qualche volta del rigore
 ma se provato amore
 hanno per la consorte, vi vuol poco
 a far che torni a riscaldarsi il foco. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 La MARCHESA sola
 
 Marchesa
685Sì sì, confido e spero
 che anche il consorte mio,
 cessata la cagion ch’ora l’irrita,
 mi vorrà seco dolcemente unita.
 Ora son nell’impegno;
690nasca quel che sa nascere,
 pria che qualch’altro impedimento accada,
 vuo’ che tosto colei da noi sen vada.
 
    Ah mi sento oppresso il core
 dallo sdegno e dall’amore
695e non so se più m’alletta
 la vendetta o il dolce amor. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Viale delizioso che corrisponde alla strada pubblica villareccia.
 
 MARIANNA in abito di giardiniera
 
 Marianna
 
    Oh memorie ancor gradite
 della prima età fugace,
 il mio core e la mia pace
700in voi torno a ricercar!
 
    Ah, rispondermi già sento:
 «Il tuo cuore altrui cedesti
 e la pace che perdesti
 speri invan di rintracciar!»
 
705A che dunque riprendere
 queste sì care un tempo amiche spoglie,
 spoglie di libertà semplici e pure,
 se m’ingombrano il sen sdegni e paure?
 A che venir, meschina,
710fra l’erbe e i fiori a ricercar riposo
 se d’amore nel petto ho il serpe ascoso?
 Ah s’altro ben non spero
 dall’atto d’umiltà con cui discendo,
 con cui soffro costante il duro affanno,
715muover spero a pietade il mio tiranno!
 Vieni e mira, o crudele,
 s’era degna di te colei che amasti.
 Vedi se grata io sono
 al tuo amore, al tuo dono.
720Quando il merito men, m’oltraggi a torto;
 io t’ubbidisco e i sdegni tuoi sopporto.
 
    Non vi chiedo, amiche stelle,
 ricche spoglie e ricco tetto;
 basta sol che il mio diletto
725di me senta almen pietà.
 
    Se peggiora il mio destino,
 aprir bocca al ciel non oso;
 ma rapirmi il caro sposo,
 quest’è troppa crudeltà.
 
 SCENA IX
 
 MENGOTTO e la suddetta
 
 Mengotto
730Ah che vuol dir, signora,
 quell’abito indecente al vostro stato?
 Marianna
 Queste sono del fato
 dolorose vicende e da me impara
 che al mondo non v’è alcuna
735vera stabilità nella fortuna.
 Mengotto
 E ritornar potete
 così tranquilla in ciera
 da signora che foste a giardiniera?
 Marianna
 Vuoi tu ch’io mi lamenti?
740Vuoi ch’io accresca il mio mal coi miei trasporti?
 È meglio ch’io sopporti,
 che se perdo ogni bene, ogni speranza,
 la virtude mi resta e la costanza.
 Mengotto
 Ah piangere mi fate!
745Più resister non posso a un tal dolore; (Piange)
 proprio il vostro parlar mi piomba al core.
 
 SCENA X
 
 SANDRINA e detti
 
 Sandrina
 Tu piangi, bernardone?
 Eh sì sì, la cagione
 mi è nota del tuo pianto.
750Quella rara bellezza è un grande incanto.
 Marianna
 (Ecco un’altra insolenza.
 Oh vi vuole una grande sofferenza!)
 Mengotto
 Va’ via. (A Sandrina)
 Sandrina
                  Voglio star qui.
 Mengotto
                                                Va’ via ti dico.
 Sandrina
 Di restare e d’andar padrona io sono.
 Mengotto
755Vatene, impertinente, o ti bastono.
 Sandrina
 A me baston? Bastone
 a una donna mia pari?... Ecco il padrone. (Con allegrezza minacciandolo)
 
 SCENA XI
 
 Il MARCHESE e detti
 
 Marchese
 Ah povera Marianna!
 Non ho cor di soffrire,
760di vedervi a patire.
 Marianna
                                      Oh me felice!
 Se davvero lo dice il mio tesoro,
 dalla consolazion sento ch’io moro.
 Sandrina
 (Un’altra novità).
 Marchese
                                   Sol per far prova
 della vostra costanza,
765vi ho dato un tal tormento.
 Siete buona, vi credo e son contento.
 Marianna
 Ah resister non posso a tal dolcezza. (Piange)
 Mengotto
 Ah che piango ancor io per tenerezza. (Piange)
 Sandrina
 Ecco, signor padrone, ecco le prove
770della bella onestà della signora.
 Ella Mengotto adora;
 ei conserva nel sen le fiamme sue.
 Piangono tutti e due per puro amore
 e vi fanno, signor, sì bell’onore.
 Marchese
775Ah perfida! (A Marianna) Ah! Briccone! (A Mengotto)
 Io ti farò morir sotto un bastone. (Al suddetto)
 Sandrina
 (Ci ho gusto). (Da sé)
 Marianna
                             Caro sposo,
 non crediate a colei...
 Marchese
 Credo a quel che vid’io con gli occhi miei.
 Mengotto
780Piango, perché son tenero ed umano. (Al marchese)
 Marchese
 Vattene via di qua, brutto villano.
 Sandrina
 Sì vattene; tu parti;
 io resto a tuo dispetto. (A Mengotto)
 Mengotto
 Quel dì ch’io ti mirai sia maledetto. (A Sandrina)
 
785   Era pur meglio
 ch’io m’affogassi,
 pria che sposassi
 femmina tal. (Da sé)
 
    Signor padrone,
790non le credete,
 voi lo sapete
 ch’io son leal. (Al marchese)
 
    Povera figlia,
 siete tradita. (A Marianna)
795Femmina ardita,
 donna bestial. (A Sandrina e parte)
 
 SCENA XII
 
 Il MARCHESE, MARIANNA e SANDRINA
 
 Sandrina
 Signor, l’avete inteso?
 Parla così, perché d’amore è acceso.
 Marchese
 Sì sì, purtroppo è vero
800quel che mi dicon tanti;
 voi serbate nel cor gli antichi amanti.
 Marianna
 Oimè, soffrir non posso
 all’innocenza mia sì orribil torto.
 Marchese
 Né io veder sopporto
805un villano rival dell’amor mio.
 Marianna
 Innocente son io.
 Sandrina
                                  (Non vi fidate). (Piano al marchese)
 Marchese
 Siete infedel; più non vi voglio, andate. (A Marianna)
 Marianna
 (Come creder ciò possa io non capisco). (Da sé)
 Marchese
 (Deggio usare il rigor ma ci patisco). (Da sé)
 
 SCENA XIII
 
 Il CAVALIERE e detti
 
 Cavaliere
810Ma voi, per quel ch’io sento,
 sempre più delirate;
 poc’anzi vi mostrate
 persuaso di me. L’inganno vostro
 vi fo toccar con mano;
815or temete di lei con un villano?
 Sandrina
 (Ci mancava costui). (Da sé)
 Marchese
                                          Li vidi io stesso
 piangere tutti e due, sol per amore.
 Cavaliere
 Questo è un massiccio errore.
 Pianger chi non farebbe
820d’una donna infelice il crudel stato?
 Voi solo avete un cuor barbaro, ingrato.
 Marchese
 (Credo che dica il ver). (Da sé)
 Marianna
                                              Sposo diletto,
 d’un vergognoso affetto
 mi credete capace?
 Cavaliere
                                      È un pensier rio
825che vi macera il cor. (Al marchese)
 Marchese
                                        (Lo temo anch’io).
 
 SCENA XIV
 
 La MARCHESA e detti
 
 Marchesa
 Come! Soffrite ancora
 alla moglie vicino un che l’adora? (Al marchese)
 Marchese
 (Ritorniamo da capo). (Da sé)
 Sandrina
                                            (A tempo è giunta). (Da sé)
 Cavaliere
 Son cavalier d’onore.
 Marianna
830Son femmina onorata.
 Marchesa
 Ma io son oltraggiata
 sol per cagion di lei
 e fin sugli occhi miei
 le parlò con affetto
835e m’intimò la division del letto. (Al marchese)
 Marchese
 Anche questo di più? Corpo di Bacco! (Alla marchesa)
 Me ne faceste un sacco!
 Voi portate rispetto a mia germana, (Al cavaliere)
 voi andate di qua, presto, lontana. (A Marianna)
 Cavaliere
840Che leggerezza è questa? (Al marchese)
 Marianna
                                                 (Omai son stanca
 di tollerar l’oltraggio). (Da sé)
 Marchesa
 Via di qua. (A Marianna)
 Marianna
                         Me n’andrò. (In atto di partire)
 Sandrina
                                                  Vada a buon viaggio. (A Marianna)
 
 SCENA XV
 
 MENGOTTO e detti
 
 Mengotto
 Perdoni. (Al marchese)
 Marchese
                    E che pretendi?... (A Mengotto)
 Mengotto
                                                      In questo punto
 è arrivato alla posta
845il barone tedesco,
 padre della signora.
 Marchese
                                       (Ora sto fresco). (Da sé)
 Marianna
 (Ti ringrazio fortuna). (Da sé)
 Sandrina
                                            (Affé pavento). (Da sé)
 Marchesa
 (Temo di nuovi imbrogli). (Da sé)
 Marchese
 Non so quel che mi faccia;
850se taccio è mal, peggio sarà s’io parlo.
 Anderò per rispetto ad incontrarlo. (In atto di partire)
 Marchesa
 Non usate viltà.
 Marianna
                                Non l’irritate. (Al marchese)
 Sandrina
 Statevi in casa. (A Marianna)
 Cavaliere
                                Ad incontrarlo andate.
 Marchese
 Vado? Resto? Che fo? Taccio o favello?
855Che risolver non so. Perdo il cervello.
 
    Ho una testa che vola, che gira,
 che mi pare un mulino da vento.
 Una ruota nel cranio mi sento
 che il cervello mi fa stritolar.
 
860   La paura mi par che m’arresti,
 il dovere mi par che mi sproni
 e all’orecchio diversi mosconi
 sussurando mi fan disperar.
 
 SCENA XVI
 
 MARIANNA e la MARCHESA, il CAVALIERE, SANDRINA e MENGOTTO
 
 Marchesa
 Potria quel che si spaccia
865per vostro genitore
 essere un impostore; ma quand’anche
 foss’egli tal, lo dico e lo prometto,
 lungi dovrete andar da questo tetto. (Parte)
 Cavaliere
 Non temete di lei, siate sicura
870che padrona sarete in queste mura. (Parte)
 Sandrina
 Il padron non vi vuol, già lo sapete. (Parte)
 Mengotto
 Qui dovrete restare e ci starete. (Parte)
 
 SCENA XVII
 
 MARIANNA, poi il MARCHESE
 
 Marianna
 Parla in altri l’invidia, in altri il zelo;
 io confido nel cielo ed ho speranza
875che premiata sarà la mia costanza.
 Marchese
 Ecco, vien vostro padre.
 Marianna
                                              Oh caro sposo,
 non ci vegga nemici.
 Marchese
                                        A lui non dite
 tutto quel che passato è fra di noi.
 Marianna
 Ben volontieri, e poi?
 Marchese
880E poi quel che sarà voi lo vedrete.
 Eccolo. (Non vorrei...) Per or tacete.
 
 SCENA XVIII
 
 Dal fondo della scena si vede venire il COLONELLO tedesco, vestito da uffiziale, accompagnato da vari soldati, fra’ quali vedesi TAGLIAFERRO corazziere, che per rispetto sta indietro e non parla, e detti
 
 Colonello
 Untertenigher Diener. (Servitor divotissimo; saluta il marchese)
 Marchese
 Servo, signor barone.
 Marianna
                                          (Ah non ardisco...
 E pure il cor mi sento
885giubbilare nel sen per il contento). (Da sé)
 Colonello
 Dofe star figlia mia? (Al marchese)
 Marchese
                                         Quella è, signore.
 Marianna
 Eccomi a’ vostri piedi, o genitore. (S’inginocchia)
 Colonello
 Was ist, Mariandel? Edel Fraul, frai Fraule, (Che cosa è Marianna? Voi nobile e libera signora)
 che affer patre barone e colonello,
890contatina festir, portar cappello?
 Marchese
 Dirò... Per verità...
 sin dalla prima età ci ha preso affetto;
 si è vestita così per suo diletto. (Al colonello)
 Non è vero? (A Marianna)
 Marianna
                          È verissimo.
 Marchese
895Star contento, signor? (Al colonello)
 Colonello
                                            Star contentissimo.
 Ah Mariandel main Ssoz. (Mia cara)
 Es erfreiet mich des sen
 Herrn gute Ghesundait. (Me ne rallegro che in piacer sia di voi)
 Marchese
 (Non so che diavol dica). (Da sé)
 Marianna
900Signor, sono allevata
 fra gente italiana;
 la tedesca favella ancor mi è strana.
 Colonello
 Jo taliano parlar.
 Benché Italia mancar zovanzich anni.
 Marchese
905Zovanzich, che vuol dir?
 Colonello
 Zovanzich non capir? Star anni... Aspetta.
 Come dir quando soffia v... v...? (Con la bocca fa come il vento)
 Marchese
 Da ver non vi capisco.
 Colonello
                                           Come dir
 quando star nave in mar
910e soffia per andar? (Impazientandosi)
 Marchese
                                      Vuol dire il vento?
 Colonello
 E plural come dir?
 Marchese
                                     Diconsi i venti.
 Colonello
 Jo, da Italia mancar star anni venti.
 Marchese
 Bravo, bravo, signore!
 Marianna
 (Ho piacer ch’egli sia di buonumore).
 Colonello
915Ie star poche malate;
 per fiaggie faticate
 che nix letto dormir star notte train; (Tre)
 afer tu Brandvain? (Al marchese)
 Marchese
                                              Che cosa vuole?
 Colonello
 Brandvain non afer?
 Marchese
                                                Niente capir.
 Colonello
920Tar Taifle, come dir?
 No safer mi spiegar...
 Aspettar, aspettar.
 Quel che pozzo impenir come chiamar?
 Marchese
 Acqua.
 Colonello
                Jo.
 Marchese
                                Vuol dell’acqua? (Al colonello)
 Colonello
925Nix, nix, come tu dir
 albero che far vin?
 Marchese
                                     Si chiama vite.
 Colonello
 Jo. Beffere mi fol dell’acquavite.
 Marchese
 (Si ha da far ad intenderlo
 una bella fatica). Sì, signore,
930voi sarete servito;
 ho in genere di ciò cose perfette.
 Marianna
 Andrò, se lo permette
 il mio caro marito, anderò io
 prontamente a servire il padre mio.
 Marchese
935Sì, andate pur. (Marianna volendo partire passa nel mezzo per di dietro al colonello)
 Colonello
                               Mariandel. (A Marianna che la trattiene)
 Mi dir; Herr tuo marito
 per ti star amoroso?
 Marianna
 Ah sì, il mio caro sposo
 arde per me d’amore
940e contenta son io del suo bel core.
 
    Sono allegra, son contenta
 dello sposo che mi adora
 ma più lieta sono ancora
 che venuto è il genitor.
 
945   Oh marito mio bellino!
 Padre mio caro carino!
 Ah mi brilla il cor nel petto.
 Che piacere, che diletto!
 Benedetto chi dispone;
950viva, viva la ragione
 xhe diè pace a questo cor. (Parte)
 
 SCENA XIX
 
 Il MARCHESE ed il COLONELLO
 
 Colonello
 Jo, star anch’ie contente
 per ghenero Marggraff, gutt (Marchese, buono) , onorato. (Al marchese)
 Marchese
 (Non ardisco di dir quel ch’è passato).
 Colonello
955In tutta mia famiglia
 non affer che mia figlia
 e foler ti donar per testamente
 Germania baronia
 e reggimento di caffaleria.
 Marchese
960(Ah sì sì, con Marianna
 voglio pacificarmi;
 non vuo’ per gelosia precipitarmi). (Da sé)
 Colonello
 Herr Landsmann. (Signor patriotto; chiamando il marchese)
 Marchese
                                            Signore.
 Colonello
 Per fiaggio cavalcato
965star poco rofinato
 e con stiffalli non poter più star.
 Marchese
 Andiamo. In casa mia può comandar.
 Colonello
 E affer anche appetito.
 Marchese
 Venga, venga con me. Sarà servito.
 Colonello
 
970   Flanden Pastet (Pasticcio di Fiandra) non foler.
 Rindflaisch mi piacer,
 Rindflaisch non capir?
 Ah tar Taifle come dir? (Con ira)
 
    Carne star de bestia grossa (Placido)
975che affer corni e non portar.
 Rind tatesco, Rind chiamar. (Con forza)
 Maledetto, non saffer (Con ira)
 quando terra seminar
 che star bestia che tirar?
980Che saffere mi spiegar.
 Jo, star manze, io trofato, (Con allegria)
 carne manze pone star.
 Lesse, roste fol mangiar. (Partono tutti due)
 
 SCENA XX
 
 Camera.
 
 Il CAVALIERE e MENGOTTO
 
 Mengotto
 Oh cospetto di Bacco! Avran finito
985queste femmine ingrate
 d’insultar la padrona.
 Cavaliere
                                          Se il tedesco
 sapesse tutto quel che a lei fu fatto,
 vendicarsi vorrebbe ad ogni patto.
 Mengotto
 Egli tutto saprà.
 Cavaliere
                                Come?
 Mengotto
                                                Il soldato,
990Tagliaferro chiamato,
 ora, in questo momento
 informa il suo padron.
 Cavaliere
                                            Ma il corazziere
 tutto dir non saprà.
 Mengotto
                                      Tutto, tuttissimo.
 Ei di quanto è passato è informatissimo.
 Cavaliere
995Da chi?
 Mengotto
                  Vel dirò io.
 Tutto il merito è mio.
 Io fui che il corazzier di queste donne
 ho informato dall’a per sino al ronne.
 Cavaliere
 Anche di mia consorte?
 Mengotto
                                              Anche di lei.
 Cavaliere
1000Oh cieli! Non vorrei...
 Sciocco, senza giudizio,
 nascerà, lo prevedo, un precipizio. (Parte)
 
 SCENA XXI
 
 MENGOTTO, poi MARIANNA, poi SANDRINA, poi il MARCHESE, poi il COLONELLO
 
 Mengotto
 Nasca quel che sa nascere.
 L’ho fatto e son contento
1005e di quello che ho fatto io non mi pento.
 Marianna
 
    Ah Mengotto, io son felice;
 il mio sposo mi vuol bene
 ed a rendere mi viene
 più felice il genitor.
 
 Mengotto
 
1010   Sono anch’io per voi contento.
 (Non sa nulla, a quel ch’io sento,
 dello sdegno e del furor).
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Mi consolo, mia signora,
 e vi prego a perdonarmi.
 
 Marianna
 
1015Tutto, tutto vuo’ scordarmi,
 voglio amarvi di buon cUor.
 
 Marchese
 
    Accettate, o cara sposa,
 il mio giusto pentimento
 e le scuse vi presento
1020della mia germana ancor.
 
 Marianna
 
    Tutto, tutto mi ho scordato,
 sol mi è grato il vostro amor.
 
 a due
 
    Più di sdegno non s’accenda
 la spietata e cruda face;
1025fra noi regni amor e pace
 e viviam felici ognor.
 
 Colonello
 
    Ah tar Taifle, cospettone,
 star tetesco, star barone,
 star soldato, colonello
1030e flagello foler far.
 
 Marianna
 
    Padre mio, che cosa è stato?
 
 Colonello
 
 Chi Mariandel strapazzato
 per mia spata fol mazzar.
 
 Marianna
 
 Ah vi prego di non far.
 
 Marchese, Mengotto, Sandrina a tre
 
1035   Per timore sento il core
 e le gambe traballar.
 
 Colonello
 
    Chi star questa? (Accennando Sandrina)
 
 Marianna
 
                                     Star Sandrina.
 
 Colonello
 
 Ti star razza malandrina
 che Mariandel strappazzar. (Minaccia Sandrina)
 
 Sandrina
 
1040   Ahi, aiuto.
 
 Marianna
 
                          Per pietà. (Trattenendo il colonello)
 Non mi ha fatto alcun dispetto
 e le porto tanto affetto
 che un bacino le vuo’ dar. (Bacia Sandrina)
 
 Colonello
 
    Chi star questo? (Accenando Mengotto)
 
 Marianna
 
                                     Star Mengotto.
 
 Colonello
 
1045Tu mia figlia maltrattar. (Minaccia Mengotto)
 Fol Mariandel fendicar.
 
 Mengotto
 
    Chi m’aiuta?
 
 Marianna
 
                              No, papà. (Trattenendo il colonello)
 M’ha voluto sempre bene
 né mi posso lamentar.
 
 Colonello
 
1050   No star questo, no star quella?
 De marito star sorella
 e con lui foler sfogar. (Minaccia il marchese)
 
 Marchese
 
    Ah signore... (Con paura)
 
 Marianna
 
                              No, non fate. (Trattenendo il colonello)
 Vel protesto, v’ingannate;
1055non mi posso lamentar.
 
 Colonello
 
    Non star vero. (A Marianna)
 
 Marianna
 
                                 No, signore.
 
 Colonello
 
 Se fillano m’ingannar,
 foler testa a ti tagliar. (Minaccia Mengotto)
 
 Mengotto
 
    Ah soccorso!
 
 Marianna
 
                             Per pietà. (Trattenendolo)
1060No, papà,
 no, non fate, perdonate.
 Mariannina, poverina
 vel domanda in carità.
 
 Colonello
 
    Pichilina, star bonina,
1065foler grazia ti donar,
 foler tutti perdonar.
 
 tutti
 
    Viva, viva, pace, pace,
 non più in guerra si ha da star.
 Quel ch’è stato stato sia
1070ed invidia o gelosia
 non ci venga a disturbar.
 
    Viva, viva, pace, pace,
 non più in guerra si ha da star.
 
 Fine dell’atto secondo